31/08/2022
Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla” (Pierre de Coubertin)
Chiunque pratichi uno sport, specialmente se è uno sport di squadra, impara a stare in un gruppo, a decifrare e
condividere le regole che caratterizzano questo gruppo, a individuare punti di riferimento all'interno di tale gruppo. Lo
sport è espressione di sé, è vitalità, è vivere in squadra, e saper competere nel rispetto dell’altro. È cura di sé, è
vedere il proprio corpo muoversi nello spazio in sintonia con la ragione. È forza, ma anche delicatezza. È rispetto,
sana competizione, condivisione.
Chi pratica uno sport sa bene che il rispetto prima che agli avversari va riconosciuto ai propri compagni di squadra e a
quanti - all'interno della propria associazione sportiva - permettono la realizzazione della stessa. Puntualità agli
appuntamenti, impegno negli allenamenti e nelle competizioni, decoro nell'abbigliamento e riconoscibilità
dell'appartenenza (indossare la divisa della società ecc.) sono tutti segnali del rispetto che si ha nei confronti di se stessi e
dei propri compagni.
Lo sport è un'attività umana che si fonda su valori sociali, educativi e culturali essenziali. È un fattore di inserimento, di
partecipazione alla vita quotidiana, di tolleranza, di accettazione delle differenze e di rispetto delle regole.
Lo sport rimane un terreno fondamentalmente maschile: sono in maggioranza gli uomini a praticarlo, sono quasi tutti
uomini che ne rappresentano i vertici istituzionali, e sono maschili i linguaggi. Gli stereotipi di genere prevalenti
influenzano la partecipazione delle donne non solo ai processi decisionali nelle organizzazioni sportive, ma anche
alla pratica sportiva. I ruoli di genere tradizionali possono dettare il numero di ore che le donne dedicano ai compiti di
cura, il che può avere un effetto a catena riducendo il tempo a disposizione per lo sport.
Il colore della pelle è stato spesso causa di stigmatizzazione. La differenza diventa diversità. Tuttavia non si nasce
razzisti, lo si diventa. È una costruzione sociale che si trasmette di generazione in generazione. Dopo la scuola il campo è
il luogo più importante dove si educano i figli. Ma il calcio è anche uno spazio pubblico, un teatro che permette di
comunicare valori, in modo esemplare. Sono stati gli esempi positivi anche nello sport ad aver denunciato apertamente
l'intolleranza e dimostrato come la sconfitta del razzismo sia la vittoria di tutti.
Da sempre lo sport è stato un elemento unificatore: partendo dalle origini ricordiamo come le Olimpiadi nell’antica Grecia
rappresentassero uno dei pochi momenti di tregua imposta a qualsiasi conflitto. Erano un pacifico raduno di tutti i greci in
cui i partecipanti cercavano quella gloria personale che avrebbe permesso loro di ottenere l’immortalità. Gli atleti vincitori
potevano essere un vanto per la loro città, ma ciò non prevedeva che in tal modo una città fosse superiore alle altre.
Lo sport nell’antichità era collegato al superamento dei propri limiti, alla cura del corpo, all’igiene, alla bellezza. I più
prestigiosi artisti si riversavano nelle città, sedi dei giochi, per lavorare al servizio degli atleti. I loro corpi perfetti, il
movimento, la tensione dello sforzo, venivano riprodotti in centinaia di statue. Lo sport era quasi una filosofia, un mezzo
per elevare l’animo umano.
Probabilmente nulla più dello sport può fungere come fattore di d'integrazione. Basta affacciarsi la domenica su
qualsiasi campetto di periferia per constatare quanto varia sia la provenienza etnica all'interno di ogni squadra. Peraltro,
l'inserimento in una squadra di un qualsiasi sport spesso ribalta le gerarchie sociali e culturali vigenti. Se l'inserimento
scolastico di un cittadino recentemente immigrato talvolta risente delle difficoltà linguistiche e culturali, oppure delle
difficoltà economiche di cui l'immigrato spesso è vittima, nella pratica sportiva questi gap sono minori e, talvolta,
addirittura si ribaltano, per cui attraverso la pratica sportiva si ridefinisce il complesso sistema delle gerarchie sociali e
della conseguente autostima.
La pratica di uno sport mostra come il successo sportivo si costruisca lentamente e richieda tantissimo impegno, dedizione
e passione. In buona sostanza l’affermazione del merito è ancora qualcosa di concreto nei fatti.